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“No!E’ troppo caro!”
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Un’inquietudine condivisa sia dal paziente che dall’Odontoiatra: la paura per il preventivo.

Potremmo dire che in realtà il timore dell’uno si riversa sull’altro. Se un professionista ha letteralmente paura di sottoporre il proprio preventivo al paziente (la titubanza più frequente è quella di presentare parcelle troppo dispendiose) sbaglierà sicuramente i modi e le forme poichè una spesa onesta e giustificata non potrà non essere presa in considerazione se a monte sono state avallate le esigenze del paziente stesso.

Quest’ultimo si presenta allo studio con determinate aspettative e con degli obiettivi da raggiungere. Chi si accomoda sulla poltrona dello studio Odontoiatrico sa già come ne vuole uscire, chiunque richieda una prestazione ha ben chiaro cosa desideri per sé. Il paziente immagina la resa finale e in base a variabili del caso (quali ad esempio tempi di esecuzione e disponibilità economica) decide su proposta del professionista se compiere la terapia attraverso una riabilitazione completa e definitiva o procedere per step. Quello di cui non è a conoscenza probabilmente sono gli aspetti tecnicistici della terapia, gli eventuali limiti fisiologici relativi al proprio caso clinico.

Il bravo Odontoiatra saprà garantire, tramite la persona della propria equipe delegata alla stesura preventivi, una stima che rispecchi e abbracci in toto le reali esigenze del paziente, siano esse legate alla richiesta più scontata cioè la cura della patologia, al fattore estetico e funzione, fino agli imprescindibili limiti dettati dalla spesa economica (assolutamente vincolante ai fini dell’accettazione del preventivo).

La figura che si occupa di interfacciarsi col paziente per discutere assieme l’entità della spesa finale non è di poco conto, permette di scindere la professione medica del Dottore, rispetto al contesto meramente economico/contabile e ha modo negli incontri preliminari di intercettare le necessità del paziente integrandole ad un’analisi approssimativa (ma pur sempre fondata) riguardo lo status della persona che si trova di fronte, un momento necessario nel quale si cerca di inquadrare l’individuo in modo da poter imboccare la via più corretta per spiegare, motivare e proporre il preventivo.

Una volta compresa l’urgenza, l’occorrenza, la proiezione al futuro del paziente e la sua “disponibilità economica” si procede a sottoporre le papabili vie di cura con le relative tempistiche tenendo sempre presente che le prestazioni mediche fornite sono finalizzate a ripristinare il benessere dell’intero organismo e non si limitano al trattamento dei denti. Il ripristino della funzione e dell’estetica sono la parte finale e più “visibile” di una terapia molto più articolata e complessa, frutto di accertamenti clinici attenti e meticolosi atti a valutare ogni aspetto della salute nel suo insieme. Solo grazie ad una diagnosi attenta e completa da parte del dentista è possibile eseguire una terapia personalizzata perchè ogni persona è unica e come tale va curata e accontentata.

Se vogliamo parlare del modus operandi, il professionista dovrebbe preferire un approccio modulare (varie tappe) piuttosto che complessivo (tutto e subito). Negli ultimi anni il rapporto medico-paziente è cambiato, una volta la parola del medico era incontrovertibile e il paziente si affidava, o doveva affidarsi ciecamente alle mani del proprio Dentista di fiducia. Nel panorama attuale, in cui l’infomazione e la concorrenza hanno alterato i parametri di scelta, l’Odontoiatra lungimirante deve trovare il modo di spiegare, convincere e operare in tutta onestà e trasparenza. Ogni paziente è unico e come tale ha bisogno di essere trattato, il medico deve ragionare in maniera mirata, motivare una linea piuttosto che un’altra, garantire il risultato abbracciando le esigenze del paziente facendole poi coincidere con le disponibilità economiche.

A proposito della gestione finanze, si è portati a pensare che il primo e unico parametro preso in considerazione dal paziente sia l’importo della parcella. In realtà è corretto solo in parte. Naturalmente la pubblicità che si staglia sulle vetrine delle catene low-cost che promettono prestazioni a basso costo attira, ma allo stesso tempo come si può promettere una terapia, e una prestazione, senza una corretta diagnosi? Senza aver visto in che condizioni cliniche versa il paziente? Senza conoscerne esattamente le sue aspettative? In assenza di questi elementi essenziali diventa pressochè impossibile proporre soluzioni mirate, efficaci, in grado di soddisfare a pieno le aspettative del Paziente.

L’odontoiatra deve essere consapevole del fatto che la differenza non la fa il preventivo ma l’ascolto del paziente che porta ad intercettare la “cura” migliore e più adatta in base alle aspettative e alle possibilità. Non è detto che un paziente non accetti un preventivo “importante”, magari dilazionato nel tempo, in virtù della resa finale predicibile, piuttosto di un preventivo “sotto costo”che di fatto non può garantire un risultato accettabile nel tempo.

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Paziente o Cliente?
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Paziente o cliente?
…semplicemente due facce della stessa medaglia!

Analizziamo le due parole di cui si compone la dicotomia.
Paziente significa “persona affetta da una malattia, e più genericamente, chi è affidato alle cure di medico o di un chirurgo” (Treccani) mentre cliente nell’uso corrente è “chi abitualmente si avvale delle prestazioni di qualcuno o acquista quanto gli occorre dallo stesso fornitore” (Dizionario Italiano).

Alla luce delle definizioni sembra facile asserire che, essendo l’odontoiatra un medico, le persone che vi si rivolgono siano di conseguenza suoi pazienti. Ma quanto sono cambiate le richieste del paziente e lo stesso servizio fornito dal dentista?

Il dentista sa che il paziente ha richieste ben più ampie rispetto alla “semplice cura del dolore” perciò spazia dall’estetica all’ortodonzia. Il professionista decide di investire denaro e tempo con apparecchiature e curva di apprendimento per il soddisfacimento dei desideri del proprio paziente che diviene mano a mano sempre più “cliente” date le variegate richieste che esulano da patologie. Richiede un servizio, ne pondera i costi, li analizza dal punto di vista economico. Di certo la cosa migliore da fare è non catalogare o etichettare, sarà la richiesta stessa a fare dell’individuo un paziente o un cliente. Il paziente ha un doloroso problema che desidera estirpare affidandosi alle mani sapienti del proprio dottore, il cliente ha degli intenti e valuta il contraccambio economico per soddisfare esigenze o desideri.

Sembra quasi i due ruoli si scambino e si compenetrino: si alternano fasi in cui l’individuo dimostra di calcolare, di scegliere in maniera molto oculata, e questo denota tipici tratti da cliente poi subentra la fase in cui l’individuo prende contatto con il dottore e lo ascolta nella diagnosi e nella linea di cura proposta e si delinea la figura di paziente, quando poi si tratta di preventivi è naturale emerga nuovamente il tratto da acquirente. Tutto sommato non è altro che un mix di entrambe le figure che si alternano ponderando costi e benefici, quantità e qualità.

Dal punto di vista etico della professione medica è indicato attribuire all’individuo il termine di “paziente” per via della prestazione somministrata dal medico stesso al momento del bisogno. Detto ciò le nuove frontiere (richieste) in ambito dentale hanno spostato l’orizzonte della professione odontoiatrica, ampliando i margini di lavoro e di profitto per il dentista che inevitabilmente deve far uso di strategie di marketing oculate per proporre i suoi servizi mantenendo intatto il senso etico e una corretta percezione del reale stato di salute del paziente stesso.

La persona ha molteplici esigenze e il dentista può trovare il modo di soddisfarle: il paziente richiede cure, attenzioni, serietà, professionalità, continuità; il cliente chiede prezzi (controlla le tariffe e le mette a confronto) comodità (la locazione dello studio, se è più o meno facile giungervi e parcheggiare), tempistiche (numero di sedute, velocità di esecuzione), avanguardia (le ultime tecniche in uso per essere sicuri di ottenere i risultati migliori), modernità (c’è necessità di svecchiare lo studio e dare seguito alle mode del momento riguardo immagine ed estetica dentale).

Lo spettro delle relazioni si è ampliato ma i focus rimangono l’individuo e le sue necessità, siano esse da paziente o cliente.

Non mancheranno approfondimenti in cui ci addentreremo nel mondo dei servizi connessi alla cura, un mondo di desideri collaterali di cui è portatore il nostro paziente che una volta realizzati segneranno la strada per le sue scelte future e la sua fidelizzazione.

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Aspettative del paziente
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Caliamoci nei panni del paziente…ci vanno larghi o stretti?
Ogni azienda si impegna a gestire il proprio lavoro focalizzando l’attenzione sulle esigenze del proprio cliente, allo stesso modo il dentista deve avere a cuore le aspettative e i bisogni del proprio paziente.

Sulla scia del precedente redazionale nel quale sottolineavamo la centralità del paziente e le sue esigenze (che potrete consultare nella sezione news del nostro sito web) vogliamo trovare risposte a queste domande apparentemente banali:
Cosa si aspettano i pazienti? Perché un paziente dovrebbe scegliere un professionista piuttosto che un altro? Quali sono le variabili che determinano la preferenza?

Abbiamo chiesto direttamente ad un campione di persone con età, interessi, bisogni, abitudini, lavori, vite diverse di rispondere a queste semplici domande riguardanti la scelta dello studio dentistico. Le scelte scaturiscono da parametri ben definiti. Sarà interessante mettere a paragone le aspettative del paziente con quelle del Dottore confrontandole con i risultati del sondaggio.

Entrando nello specifico, l’inchiesta è stata condotta su un campione di 150 individui (Italia, mese di Settembre 2018, campione variegato dal punto di vista anagrafico, utente medio dal punto di vista economico) coinvolgendo tutte le fasce d’età: bambini under 12, ragazzi under 20, persone under 45, over 45 e di mezza età over 65. Le domande essendo a risposta aperta hanno necessitato di un’interpretazione per poter poi gestire il dato finale in percentuali calcolabili.

In linea generale sono emerse questo tipo di tendenze e preferenze:

Cura dell’ambiente e dell’accoglienza
Con una percentuale del 90%  gli interpellati hanno manifestato questa esigenza basilare.
I bambini per primi hanno sottolineato l’esigenza di entrare in studi dentistici il meno possibile asettici, con aree dedicate e personale sorridente. Per ovviare al camice bianco ospedaliero i colori sarebbero fondamentali ai fini di rallegrare il contesto rendendolo “meno medico e più ludico”.
D’altro canto il resto degli intervistati, alzando anche il range dell’età, manifesta la medesima esigenza cioè essere accolto in un ambiente che riesca il piu possibile a infondere serenità, familiarità e positività mediante colori, arredamenti, pulizia e angoli svago/ristoro.

Informazione a 360 gradi
Con una percentuale dell’85% è schiacciante la richiesta di informazione. La restante percentuale comprende quasi prettamente la fascia “under 12” che viene indirizzata dai parenti prossimi per la scelta del medico curante e che si fida delle info in possesso dei propri familiari.
Dalla fascia adolescenziale via via crescendo con l’età dei sondaggiati il desiderio è quello di avere informazioni utili circa lo studio, le cure, le tipologie di interventi; come prima cosa i pazienti ammettono di controllare la presenza in sala d’attesa del materiale informativo (trasferimento di contenuti di valore) e poi richiedono all’equipe stessa la capacità di comunicare e dare spiegazioni ed indicazioni esaurienti. Informazione in loco e on-line mediante un sito web aggiornato e funzionale in cui trovare la maggior parte delle informazioni. La richiesta di modernità e avanguardia coinvolge tutte le fasce d’età.

Chiarezza su preventivi e costi
la maggior parte degli intervistati (65%) è convinta che il costo sia un problema relativo per le tasche, ritiene altresì fondamentale la spiegazione delle varie voci che compongono il preventivo spiegate dal punto di vista del trattamento ancor prima del prezzo. L’esigenza diffusa è quella di trovare professionisti corretti che sappiano consigliare il miglior intervento, nei tempi e nel numero di sedute indispensabili (timore diffuso è quello di trattamenti opzionali che gonfino solamente la parcella). Da parte dei pazienti emerge inoltre l’esigenza di poter dilazionare il pagamento, in modo da abbracciare trattamenti completi suddivisi in vari step con saldo a rate.

Comodità
Escludendo i bambini che hanno evidenziato prettamente la parte ludica del pre-visita, il resto degli interpellati (70%) ha sostenuto che la scelta del dentista dipende anche e soprattutto da questo tipo di fattore che abbraccia sia la disponibilità a fissare le visite, i controlli, gli interventi in giorni prossimi alla chiamata o conformi alle necessità del paziente sia la comodità relativa alla locazione dello studio; la prossimità a parcheggi magari gratuiti, a centri servizi, a zone tranquille facili da raggiungere e da lasciare senza ulteriori spese in termini economici (il parcometro) e di tempo nel caso si trattasse di raggiungere zone a traffico limitato o congestionato.

Cosa pensano gli altri
Pressochè tutti gli intervistati hanno fatto emergere che la scelta del dentista è determinata dal fattore passaparola (90%) , proveniente da pareri di conoscenti e amici (giudizio tenuto in gran considerazione) come dal web in cui pullulano le recensioni lasciate da pazienti (monitoraggio soprattutto da parte dei giovani under 45). Sarebbe opportuno da parte dell’odontoiatra avere ben chiaro quale sia l’idea diffusa riguardo il proprio studio, soprattutto la reputazione on-line che si propaga in maniera virale. Il dottore grazie alla presenza virtuale (social, sito web, dimestichezza con piattaforme varie) potrà monitorare e agire sulla propria immagine per migliorarla e propagarla (pubblicizzandosi). Ed è così che il paziente stesso richiede la presenza in rete del dentista per poter confrontare in tempi brevi il suo profilo con quello di altri colleghi e trarre le proprie (parziali) conclusioni.

La statistica ha messo in luce come gli interessati desiderino essere perlopiù informati e comodi.

Ma il dentista ha ben chiaro per cosa propenda il paziente? Sulla base di queste esigenze si sente sempre in grado di soddisfare le aspettative messe in luce?

Prossimamente sottoporremo altri questionari ai nostri interessati, anche nella formula a risposte multiple o chiuse, lo scopo è quello di avere una panoramica ampia e veritiera riguardo le abitudini dei consumatori, percentuali tangibili sulle quali operare scelte coscienziose per il proprio studio in continuo aggiornamento.

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Data Protection: la Nuova Privacy.
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Il Decreto Legislativo 10 Agosto 101/2018 riguardante l’adeguamento del Codice della Privacy italiano a quanto disposto dal Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio 27 aprile 2016 che abroga la direttiva 95/46/CE (Regolamento generale sulla protezione dei dati) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 settembre 2018.
Il decreto legislativo ha introdotto disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del GDRP, il Regolamento Europeo relativo alla protezione e circolazione dei dati personali.
Il GDPR (General Data Protection Regulation) nasce da precise esigenze messe in luce dalla Commissione Europea riguardo la certezza giuridica, l’armonizzazione e la sempre maggiore semplicità delle norme riguardanti il trasferimento di dati personali dall’UE verso altre parti del mondo.

L’obiettivo del Governo italiano è stato quello di semplificare l’applicazione della norma, adeguandola al codice della Privacy già esistente.
Il quadro giuridico è attualmente composto da

  • – la disciplina del GDPR, il “nuovo” Codice Privacy
  • – gli articoli del nuovo Decreto Lgs 101/2018 che danno indicazioni su come gestire la restante disciplina

In area sanitaria la grande novità è il venir meno dell’obbligo di consenso del trattamento dati personali quando i dati sono trattati per finalità di diagnosi e cura.
Prima veniva richiesto il consenso a 360 gradi, ora il Sistema chiede di interrogarsi e capire quali sono le ragioni per cui vengono trattati i dati; si deve valutare perciò la finalità d’impiego e cioè se il fine è strettamente legato alla cura o alla promozione.
E’ un approccio decisamente meno burocratico, in quanto non si deve richiedere il consenso per il trattamento, ma più oneroso a livello di analisi poiché richiede un’ attenzione particolare ai processi di elaborazione e altrettanta scrupolosità nel seguire il fondamento impartito dalla Norma.

In sintesi le novità più rilevanti introdotte:

  • Non occorre più il consenso per il trattamento dei dati per finalità di diagnosi e cura
  • L’obbligo di informativa al Paziente continua ad essere reso in area sanitaria con modalità semplificate
  • Il Garante ha il potere di introdurre meccanismi di semplificazione per le micro, piccole e medie imprese
  • L’applicazione delle sanzioni dovrà tenere conto, per i primi otto mesi dalla data di entrata in vigore del Decreto, della fase di prima applicazione delle sanzioni stesse

Riprendendo l’ultimo punto citato “le sanzioni”, il 19 Settembre è entrato in vigore il Decreto 10 Agosto 2018 sulla Privacy e ciò ha determinato l’introduzione di controlli ed eventuali penali, anche se identificare quest’ultime come conseguenza agli inadempienti non è così intuitivo.
Il caso più frequente, che possa comportare per lo studio odontoiatrico un rischio reale di sanzioni, è quello del contenzioso sollevato da pazienti insoddisfatti che inevitabilmente comporta una verifica gestionale-amministrativa in tutte le aree, compresa quella del trattamento dati.

In attesa che vengano ulteriormente chiarite, snellite e ridotte alcune modulistiche, gli adempimenti a cui non può sottrarsi lo studio odontoiatrico sono:

    • – Documento di Privacy per i pazienti da far firmare con le autorizzazioni al trattamento dei dati e autorizzazione ad eventuali comunicazioni via sms, email, web.
    • – Documento di autorizzazione al trattamento dei dati personali dei Pazienti da far firmare ai dipendenti e ai collaboratori
    • – Documento informativo per il trattamento dei dati personali da far firmare ai nostri dipendenti e collaboratori.
    •  -Contratto coi Responsabili del Trattamento Dati (Consulenti contabili e del lavoro, laboratorio odontotecnico etc).
    •  -Registro dei trattamenti

Il registro deve avere forma scritta anche in solo “formato elettronico”, così come prevede il terzo comma del medesimo art. 30 GDPR.
Deve essere costantemente aggiornato (sia quello del titolare che quello del responsabile del trattamento) e tenere traccia delle modifiche (relative a modalità, finalità, categorie di dati, categorie di interessati del trattamento).
Deve riportare sia la data della sua prima creazione sia la data dell’ultimo aggiornamento. Il registro è un importante strumento di accountability (“rendicontabilità”) perché serve a comprovare il rispetto dei principi applicati al trattamento dei dati personali. Il registro delle attività di trattamento è uno strumento utile (sia al titolare che al responsabile) per dimostrare come siano stati costantemente applicati i principi del GDPR e come si sia adempiuto agli obblighi derivanti dal trattamento dei dati personali (ciò consente di uscire “vincitori” in casi di contenzioso con Pazienti).
Mentre il DPO, acronimo di Data Protection Officer cioè “Responsabile della protezione dei dati”, non dovrebbe essere necessario per la quasi totalità degli studi odontoiatrici, infatti quasi nessuno tratta big data cioè “grandi numeri” (al contrario delle aziende ospedaliere in cui è necessario questo tipo di figura professionale)

La materia che tratta la segretezza dei dati personali, nell’epoca della rivoluzione digitale in ambito burocratico, non è di poco conto e merita attenzione costante.

Linea Implantare Matrix e BioService continuano lo studio della Norma e le evoluzioni del caso per tenervi sempre aggiornati.

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L’odontoiatra è un medico o un venditore di denti?
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Com’è cambiato il contesto in cui opera l’odontoiatra?
L’odontoiatra è un medico o un venditore di denti? Qual è il beneficio per il paziente?

Questi quesiti aprono il vaso di Pandora nel campo del Dentale, un quantitativo ingente di riflessioni inserite nel contesto in cui opera il nostro Professionista.

Il panorama è del tutto cambiato, il dentista si trova a vivere la cosiddetta “sindrome del cassetto vuoto” e subisce la presenza e la diffusione incalzante delle catene “low cost”. Sembra che l’ultima soluzione da adottare, considerata la “crisi” che ha svuotato l’agenda, sia quella della svendita, dei saldi nel campo odontoiatrico! Come se il valore della prestazione si eclissasse a cospetto del prezzo vantaggioso.

Le cosiddette catene operano su economie di scala e sulla comunicazione di marketing (con focus sulle terapie più costose come l’ortodonzia e la protesi, soprattutto su impianti), tutto ciò ha favorito la domanda ma in primo luogo ha creato nuovi modelli di riferimento sul mercato. La comunicazione della quale si avvalgono le catene, e gli ingenti budget destinati a questa diffusione di informazioni, hanno influito notevolmente sul mercato, perchè da un lato hanno fatto conoscere maggiormente l’implantologia e dall’altro hanno destabilizzato le politiche sul prezzo del sistema odontoiatrico tradizionale. Considerati i prezzi stracciati, è andato perso a livello collettivo “il valore” delle terapie

Per l’appunto, la tendenza da parte del paziente medio italiano, non è quella di abbandonare lo studio tradizionale ma di affidarsi sempre più alla catena per gli interventi costosi (protesi e ortodonzia). Da statistiche -dati altro consumo 2016- la spesa media di un paziente dal dentista tradizionale è circa di 370€ mentre si aggira sui 900€ quando decide di rivolgersi ad una catena.

Ma non ci si deve insospettire al cospetto della parola marketing, non vuol dire altro che “creare e dare valore al servizio”, il marketing non è prettamente vendita. Le persone non comprano prodotti ma soluzioni ai loro problemi ed è per questo che il marketing etico utilizza la comunicazione per esprimere valori, diffondere la cultura della salute e far emergere la consapevolezza del bisogno di cure stimolando l’economia dello studio dentistico. Lo studio perciò deve avvalersi di una sana comunicazione e un buon dialogo col paziente ovvero di trasparenza; il paziente apprezza chi lo segue nel percorso di cure, chi motiva la prestazione illustrando la qualità del servizio stesso. Il servizio dato dal medico al paziente non si basa solo sul “prodotto dente” ma prima di tutto sulla capacità di fare diagnosi. Non si può svilire e parlare di prezzo del prodotto (dente) quando la parcella del medico si basa prima di tutto e sopratutto sulla prestazione del servizio.

In definitiva, le persone non comprano quello che fai ma perchè lo fai.
Dare un prezzo predefinito, ad una diagnosi, ad una cura, , ad un piano riabilitativo è assolutamente incompatibile con il servizio stesso. Esistono sicuramente costi fissi quali il materiale, la produzione, passaggi e consegne, sviluppi fisici, apparecchiature ma il costo di una prestazione non è vincolato e giustificato solamente da questi importi bensì al valore intrinseco della prestazione svolta dal medico. Il medico consiglia, chiarisce, include e segue il paziente prima, durante e dopo. Lo mette nelle condizioni di poter usufruire del miglior servizio, fatto di competenza e padronanza di conoscenze e strumenti. Questo fa la differenza, questo crea valore e va diffuso tramite l’informazione mirata.

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L’odontoiatra ad un bivio tra Passato e Futuro
Formazione Bioservice Matrix

L’odontoiatra ad un bivio tra Passato e Futuro
Dall’analogico al digitale…Dal digitale al 4.0

Il mondo del dentale è travolto da una serie di cambiamenti
epocali. Il passaggio “dall’odontoiatria analogica all’odontoiatria
digitale” è una fase di sviluppo travolgente.
La ripresa economica generale, anche seppur molto debole, sta
imprimendo un’accelerazione a tutti i processi produttivi.
Questo incontro vuole essere l’occasione per presentare prodotti,
ser vizi e strategie affinché si possano cogliere le enormi
opportunità che questi cambiamenti stanno generando.
La maggior parte degli studi e dei laboratori si lasciano “sedurre” da aziende
che spesso riescono a vender loro prodotti obsoleti. Nel settore digitale, tali
prodotti invecchiano in maniera talmente veloce che molte volte si fatica ad
ammortizzarne i costi.
L’obiettivo del corso è fornire le informazioni per rendere realmente
remunerative le opportunità che attraverso questi strumenti si
riescono a cogliere.

Interverrà:

Enzo BortoliniAmm. Del. Bioservice S.r.l. – Linea Implantare Matrix

L’incontro si terrà a Reggio Emilia il giorno 10 Maggio 2018 presso la sede NUOVA DENT.

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La bocca, i denti e tutto il resto del paziente
Formazione Bioservice Matrix

La bocca, i denti e tutto il resto del paziente
Tutto quello che può causare la “Vendita di un Dente

Verranno analizzate le problematiche quotidiane della clinica odontoiatrica da una prospettiva differente, per capire come si possano risolvere e prevenire situazioni scomode da affrontare.
Prenderemo in esame la differenza tra una riabilitazione non idonea ed una manovra terapeutica corretta, ma eseguita nel momento sbagliato.

In medicina , per molto tempo, i vari apparati sono stati analizzati , studiati e trattati, in maniera “riduzionistica”. Ma questi tipi di sistemi non dovrebbero essere trattati come se non cooperassero al funzionamento dell’organismo. Delimitare i confini di un singolo apparato è pressoché impossibile.

Relatrice:

– Dr.ssa Enrica Poggiolibero professionista –

Il corso si terrà a Genova il giorno 21 Marzo 2018 presso il Palazzo Ducale (Sala del Munizioniere).

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Dalla diagnosi alla terapia delle lesioni del cavo orale nella pratica Odontoiatrica
Formazione Bioservice Matrix Lesioni cavo orale

Dalla diagnosi alla terapia delle lesioni del cavo orale nella pratica Odontoiatrica

Nella pratica quotidiana, l’odontoiatria si trova sempre più spesso a dover gestire situazioni cliniche che necessitano di conoscenze specifiche che permettano diagnosi e terapie mirate, rapide ed efficaci al fine di ottenere dei risultati predicibili.10
L’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Odontostomatologica del Policlinico Umberto I George Eastman, diretta dal Dr. Francesco Riva, coadiuvato dai suoi collaboratori Dr. Domenico Gaglioti e Dr. Riccardo Bosco, è sicuramente un punto di riferimento, non solo per il Lazio, nella diagnosi e nel trattamento di patologie particolarmente complesse.

Obiettivo del corso è fornire ai partecipanti un quadro chiaro ed esaustivo, attraverso l’esposizione dei casi clinici trattati, che consente una diagnosi rapida e precisa, finalizzando positivamente le terapie attraverso protocolli operativi chiari e codificati.

Interverranno:

– Dr. Francesco Riva – Direttore Un. Op. Compl. Chirurgia Odontostomatologica Policlinico Umberto I
Diagnosi e terapia delle lesioni mucose ed ossee del cavo orale

– Dr. Domenico Gaglioti – resp. Un. Op. Semplice di Chirurgia delle lesioni del cavo orale – Policl. Umberto I
Osteonecrosi mascellare: il ruolo dei Bifosfonati e dei nuovi Farmaci. Protocolli Farmacologici e chirurgici nel paziente in trattamento e con osteonecrosi

– Dr. Riccardo Bosco – libero professionistaResponsabile Scientifico Biomatch-Oral
Protocolli chirurgici in pazienti con coagulopatie congenite ed acquisite

– Dr.ssa Valeria De Padua – libero professionista
“Il paziente emofilico nella pratica odontoiatrica”

Il corso si terrà a Formello – Roma il giorno 28 Gennaio 2017 presso Studio Bosco (Formello – Roma).

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