
Un’inquietudine condivisa sia dal paziente che dall’Odontoiatra: la paura per il preventivo.
Potremmo dire che in realtà il timore dell’uno si riversa sull’altro. Se un professionista ha letteralmente paura di sottoporre il proprio preventivo al paziente (la titubanza più frequente è quella di presentare parcelle troppo dispendiose) sbaglierà sicuramente i modi e le forme poichè una spesa onesta e giustificata non potrà non essere presa in considerazione se a monte sono state avallate le esigenze del paziente stesso.
Quest’ultimo si presenta allo studio con determinate aspettative e con degli obiettivi da raggiungere. Chi si accomoda sulla poltrona dello studio Odontoiatrico sa già come ne vuole uscire, chiunque richieda una prestazione ha ben chiaro cosa desideri per sé. Il paziente immagina la resa finale e in base a variabili del caso (quali ad esempio tempi di esecuzione e disponibilità economica) decide su proposta del professionista se compiere la terapia attraverso una riabilitazione completa e definitiva o procedere per step. Quello di cui non è a conoscenza probabilmente sono gli aspetti tecnicistici della terapia, gli eventuali limiti fisiologici relativi al proprio caso clinico.
Il bravo Odontoiatra saprà garantire, tramite la persona della propria equipe delegata alla stesura preventivi, una stima che rispecchi e abbracci in toto le reali esigenze del paziente, siano esse legate alla richiesta più scontata cioè la cura della patologia, al fattore estetico e funzione, fino agli imprescindibili limiti dettati dalla spesa economica (assolutamente vincolante ai fini dell’accettazione del preventivo).
La figura che si occupa di interfacciarsi col paziente per discutere assieme l’entità della spesa finale non è di poco conto, permette di scindere la professione medica del Dottore, rispetto al contesto meramente economico/contabile e ha modo negli incontri preliminari di intercettare le necessità del paziente integrandole ad un’analisi approssimativa (ma pur sempre fondata) riguardo lo status della persona che si trova di fronte, un momento necessario nel quale si cerca di inquadrare l’individuo in modo da poter imboccare la via più corretta per spiegare, motivare e proporre il preventivo.
Una volta compresa l’urgenza, l’occorrenza, la proiezione al futuro del paziente e la sua “disponibilità economica” si procede a sottoporre le papabili vie di cura con le relative tempistiche tenendo sempre presente che le prestazioni mediche fornite sono finalizzate a ripristinare il benessere dell’intero organismo e non si limitano al trattamento dei denti. Il ripristino della funzione e dell’estetica sono la parte finale e più “visibile” di una terapia molto più articolata e complessa, frutto di accertamenti clinici attenti e meticolosi atti a valutare ogni aspetto della salute nel suo insieme. Solo grazie ad una diagnosi attenta e completa da parte del dentista è possibile eseguire una terapia personalizzata perchè ogni persona è unica e come tale va curata e accontentata.
Se vogliamo parlare del modus operandi, il professionista dovrebbe preferire un approccio modulare (varie tappe) piuttosto che complessivo (tutto e subito). Negli ultimi anni il rapporto medico-paziente è cambiato, una volta la parola del medico era incontrovertibile e il paziente si affidava, o doveva affidarsi ciecamente alle mani del proprio Dentista di fiducia. Nel panorama attuale, in cui l’infomazione e la concorrenza hanno alterato i parametri di scelta, l’Odontoiatra lungimirante deve trovare il modo di spiegare, convincere e operare in tutta onestà e trasparenza. Ogni paziente è unico e come tale ha bisogno di essere trattato, il medico deve ragionare in maniera mirata, motivare una linea piuttosto che un’altra, garantire il risultato abbracciando le esigenze del paziente facendole poi coincidere con le disponibilità economiche.
A proposito della gestione finanze, si è portati a pensare che il primo e unico parametro preso in considerazione dal paziente sia l’importo della parcella. In realtà è corretto solo in parte. Naturalmente la pubblicità che si staglia sulle vetrine delle catene low-cost che promettono prestazioni a basso costo attira, ma allo stesso tempo come si può promettere una terapia, e una prestazione, senza una corretta diagnosi? Senza aver visto in che condizioni cliniche versa il paziente? Senza conoscerne esattamente le sue aspettative? In assenza di questi elementi essenziali diventa pressochè impossibile proporre soluzioni mirate, efficaci, in grado di soddisfare a pieno le aspettative del Paziente.
L’odontoiatra deve essere consapevole del fatto che la differenza non la fa il preventivo ma l’ascolto del paziente che porta ad intercettare la “cura” migliore e più adatta in base alle aspettative e alle possibilità. Non è detto che un paziente non accetti un preventivo “importante”, magari dilazionato nel tempo, in virtù della resa finale predicibile, piuttosto di un preventivo “sotto costo”che di fatto non può garantire un risultato accettabile nel tempo.