Ignorare, subire o gestire? Come rispondere alla rivoluzione digitale.
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Ignorare, subire o gestire? Come rispondere alla rivoluzione digitale

L’inserto “Salute” del Corriere della Sera dedica un’intera pagina al digitale in chirurgia orale centrando l’attenzione su parole come velocità, sicurezza, predicibilità.

Gli interventi che compaiono nello Speciale Salute dedicato al dentale sono di illustri Odontoiatri che delucidano le tecnologie applicate alla loro Professione e a quella dei loro collaboratori e colleghi. Ecco alcuni punti forti della nuova frontiera odontoiatrica messi in luce nella rubrica dedicata:

  • – il numero degli appuntamenti che via via si riduce con relativo aumento del comfort per il paziente (risparmio in termini di tempo e denaro)
  • – la possibilità di velocizzare le operazioni che prima richiedevano maggior numero di  sedute; ciò costituisce un beneficio anche per il dentista il quale, attraverso l’utilizzo delle tecnologie, può pianificare, operare in maniera rapida, accurata, precisa e con ridotti margini di rischio d’errore
  • – una chirurgia e terapia in totale sicurezza con l’ausilio di mascherine chirurgiche personalizzate, disegnate al computer e stampate in 3D
  • – la riduzione del disagio per il paziente
  • – l’evidenza scientifica nel digitale cioè la validità comprovata da parte della Società Scientifica Internazionale che consente l’uso di queste apparecchiature (scanners, cone beam computed tomography, fresatori e stampanti 3D)

Questo inserto dà l’idea di come, ad esempio, la chirurgia implantare guidata sia di grande aiuto al fine di allineare il “Mestiere” alla computerizzazione generalizzata della quasi totalità dei lavori esistenti con benefici evidenti su svariati fronti.

Digitalizzazione: perché no?
Riprendendo da dove ci eravamo lasciati – e come avvalorato dagli interventi dei Professionisti riportati sul quotidiano – le tecnologie digitali hanno modificato e modificheranno sempre più la pratica clinica Odontoiatrica sia dal punto di vista diagnostico (indagini strumentali quali TAC Cone Beam, risonanza magnetica nucleare, ultrasonografia) sia nell’approccio operativo (tecnologie CAD-CAM, scanner intraorali e da laboratorio, stampanti 3D).
La digitalizzazione dello studio è un processo inevitabile, nonostante ciò la crescita non sembra presentare dati rilevanti a supporto del cambiamento (ad esempio lo scanner intraorale per rilevare le impronte è presente in meno del 5% degli Studi Odontoiatrici).
Come già avevamo accennato qualche tempo fa, il problema relativo “all’attecchimento” di questa importante e fruttuosa innovazione potrebbe essere l’investimento iniziale e la ritrosia cronica al cambiamento da parte del comparto medico in questione. E’ evidente come il digitale sia presente ed applicabile in ogni attività Odontoiatrica, in particolare nella diagnostica radiologica, tant’è che la progettazione digitale di manufatti protesici è prerogativa degli Odontotecnici da anni, e molti di loro sono molto più evoluti dei Dentisti in questo settore. Il possesso di queste competenze all’avanguardia porterebbe indiscussi vantaggi soprattutto alle nuove generazioni di Dentisti e Odontotecnici che fanno fatica ad emergere nel mare della concorrenza, ma le risorse appaiono loro insufficienti a fronte dell’investimento iniziale. Ma se si pensa che, in una sola giornata di lavoro, un professionista formato riesce a realizzare interventi e manufatti che prima richiedevano svariate sedute, è evidente come ammortizzare un’iniziale spesa che appariva proibitiva. Abbattimento di tempi, costi, scarti ma soprattutto Pazienti soddisfatti, paganti, fidelizzati che ritornano, parlano orgogliosamente del proprio Dentista e allargano la cerchia mediante passaparola o condivisioni di vario genere (es: social network).

Come cambia lo scenario sociale dentro e fuori lo studio dentistico?
Cosa comportano queste “pratiche evolute” per quanto concerne l’armonia all’interno del team dello studio odontoiatrico? E il Paziente, al di fuori, che benefici trae?

L’approccio digitale ha decisamente migliorato la comunicazione nell’équipe odontoiatrica tra i vari specialisti ed i laboratori odontotecnici: l’acquisizione di dati multipli (CBCT, scansioni intra- ed extra-orali, pianificazione virtuale estetica ed implantare) ha favorito la compenetrazione delle esecuzioni, integrandole al fine di ottimizzare il processo diagnostico e monitorare nel tempo le modificazioni dei tessuti orali e dei restauri.

L’introduzione dei sistemi digitali ha permesso di migliorare anche il rapporto con i Pazienti che beneficiano di maggior comfort considerata l’eliminazione dei materiali da impronta e la vantaggiosa gestione del tempo; è possibile verificare in tempo reale la correttezza delle impronte, immagazzinare i dati non avendo più necessità di produrre modelli fisici ed effettuare controlli digitali tridimensionali.
La possibilità di commentare a video la pianificazione estetica virtuale del “sorriso” assieme ai pazienti stessi, è certamente un apporto motivazionale e comunicativo da non sottovalutare. Sentendosi così coinvolti, i Pazienti accettano di buon grado i trattamenti limitando le incomprensioni (che riguardano il trattamento terapeutico ed economico).

Le metodiche digitali sono alla portata di tutti?
Richiedono prolungate curve di apprendimento nel tempo o sono di facile acquisizione?
A rigore di logica è giusto riportare anche qualche aspetto che induce diffidenza nell’approccio al “nuovo”: nell’immaginario comune si parla di curve di apprendimento piuttosto complesse e investimenti significativi che presentano costi elevati. Nonostante esista un fondo di verità riguardo l’onerosità della formazione e della strumentazione, le apparecchiature di pianificazione virtuale (chirurgica ed estetica) presentano interfacce e modalità di utilizzo molto intuitive. E’ necessario, come per tutte le cose, fare pratica per ottimizzare il loro uso, ridurre progressivamente i tempi ed esaltarne le prestazioni. Sono alla portata di tutti ma richiedono una curva di apprendimento variabile in base all’esperienza dell’operatore e al numero di casi trattati. L’Odontoiatra Digitale è una nuova figura di professionista che ha competenze specifiche sul campo, una qualifica che richiede formazione continua. Il digitale sarà il modo abituale di lavorare perchè la filiera dentale va in questa direzione.

Chi non vuole affrontare il cambiamento ha come unica scelta quella di chiudersi al futuro e purtroppo constatare il declino della propria occupazione. Per chi ha davanti a sè ancora qualche anno di attività può essere comprensibile e condivisibile la refrattarietà (sia per curva di apprendimento che per costi), ma per chi ha davanti a sé un’intera carriera costituisce un danneggiamento deliberato al proprio futuro (già oltremodo incerto) rimanere aggrappati alla vecchia metodologia analogica.

BioService e Matrix da tempo sostengono e incentivano il cambiamento abbracciando le richieste dei Dentisti con le ultime novità del settore proponendo nella loro offerta consulenza e componentistica per l’odontoiatria digitale.

Visitate il sito o contattateci nel caso foste interessati: Bioservice, Oltre l’Implantologia!

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Le ultime novità in tema “E-Fatturazione”: gli Esclusi, la Privacy e le Decorrenze
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Nelle uscite precedenti abbiamo ampiamente descritto l’entrata in vigore della normativa che prevede l’obbligo di e-fatturazione e abbiamo oltremodo specificato i soggetti interessati da questo adempimento a partire dal 1° Gennaio 2019.
Dal 2015 la digitalizzazione nel settore delle fatturazioni è obbligatoria nei rapporti tra aziende private e PA (Pubblica Amministrazione), dal 1° Gennaio 2019 doveva diventare obbligatoria per tutti i soggetti titolari di Partita IVA, settore B2B (business to business, transazioni commerciali elettroniche tra imprese).

Nei giorni scorsi:

Dibattito acceso sui grandi esclusi dalla normativa in procinto di attuazione. Gli esclusi saranno moltissimi tra l’allargamento del regime forfettario, i soggetti che fanno solo scontrini e le esclusioni ora in discussione in Parlamento.
La bocciatura da parte del Garante della Privacy della normativa in ambito fatturazione elettronica per via dell’archiviazione di ingenti dati fiscali (BIG DATA), una raccolta sproporzionata di informazioni su cittadini e imprese da parte del Fisco col rischio latente che i dati vengano utilizzati in modo improprio da soggetti terzi.
Problematica legata alle decorrenze dei termini in fatto di attuazione della normativa, una percentuale bassissima ha provveduto ad allinearsi con le linee guida indicate dal decreto.
Viste e considerate tali problematiche, a seguire le evoluzioni del caso intercorse tra Ottobre e Novembre 2018.

Novità 1
Le ultime che riguardano il Decreto in tema di fatturazione elettronica ci ricordano che è stato approvato un recente emendamento che propone un nuovo articolo atto ad estromettere dall’obbligo di fatturazione elettronica (periodo d’imposta 2019) gli operatori sanitari, in particolare i soggetti tenuti all’invio dei dati al Sistema tessera sanitaria (sts) al fine della dichiarazione dei redditi precompilata.
Nella fattispecie gli operatori del circuito appena citato sono: le aziende sanitarie locali, le aziende ospedaliere, le farmacie siano esse private o comunali, i policlinici, le strutture che erogano prestazioni di specialistica ambulatoriale, servizi sanitari, assistenza protesica, integrativa e gli iscritti all’albo dei medici, chirurghi e odontoiatri. (Due emendamenti del relatore Emilano Fenu del Movimento 5 Stelle sono stati approvati: niente fattura elettronica per medici e farmacisti per l’anno venturo ed esonero per le società sportive dilettantistiche che non abbiano incassato proventi oltre 65.000 euro).
Gli esclusi dalla normativa, perciò esentati dall’obbligo di invio di fattura elettronica, costituiscono una schiera di 5,8 milioni di soggetti titolari di partita IVA; gli stessi soggetti -nonostante l’esenzione- dovranno comunque avere dimestichezza con la materia poichè non potranno sottrarsi dall’avere a che fare con le fatture digitali in entrata.
Gli esclusi:
gli operatori sanitari (citati poc’anzi), i contribuenti che hanno aderito al regime forfettario e vecchi minimi (circa 935.000 titolari di partita Iva, in base agli ultimi dati; potrebbe crescere fino a 1,5 milioni con l’innalzamento della soglia d’accesso a 65.000 euro di ricavi), esercenti o artigiani cioè 1 milione e 732.000 i quali operano solo con consumatori ed emettono scontrini e ricevute fiscali, gli agricoltori in regime speciale (gli agricoltori godono di un regime speciale Iva e di un esonero da adempimenti se il volume di affari non supera una cifra prestabilita), e le imprese che effettuano cessione di beni e prestazione di servizi nei confronti di NON residenti.

Novità 2
In relazione alla manipolazione di ingenti quantità di Big Data, a seguito dell’utilizzo del Sistema di Interscambio per l’invio e la ricezione delle fatture in formato digitale, si apre un dibattito sentito e acceso riguardo la tutela della Privacy. Le fatture costituiscono una fonte ragguardevole di informazioni sul business, oltre che sul Fisco, così la commissione Finanze ha già approvato un emendamento che vieta a Sogei (società di Information and Communication Technology del Ministero dell’Economia e delle Finanze) di utilizzare soggetti terzi nella conservazione dei dati delle fatture. Tra le soluzioni al vaglio c’è quella di far sì che l’Agenzia memorizzi solamente dati di rilevanza tributaria; verranno salvati solo dati-chiave strettamente necessari, tralasciando il dettaglio dei consumi.

Novità 3
Proroga della moratoria sulle sanzioni per chi non si adeguerà all’obbligo.
Novità in materia di fatturazione elettronica con il decreto n. 119/2018, che ha previsto un regime transitorio dal 1 Gennaio 2019 al 30 Giugno 2019, secondo il quale gli operatori che al Primo Gennaio 2019 non saranno ancora in grado di emettere le fatture elettroniche, avranno la possibilità di emetterle in ritardo. In particolare, il soggetto potrà emettere oltre decorrenza del termine il documento senza sanzioni, entro la liquidazione IVA relativa al momento di effettuazione dell’operazione. Al contrario, è prevista l’applicazione di una sanzione al 20%, se l’emissione è ritardata alla liquidazione IVA successiva. Il periodo di salvaguardia introdotto dal decreto fiscale si ferma al 30 giugno ma la proroga della moratoria sulle sanzioni per la fattura elettronica decorre a Settembre 2019.

Dopo aver individuato le problematiche e accennato alle relative soluzioni, pare comunque evidente non ci siano discussioni riguardo il debutto della normativa.
Alla “manovra digitale” sono legati quasi 2 miliardi di euro di entrate per contrasto all’evasione fiscale dell’anno alle porte.

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Pericolo Data Breach: il Garante della Privacy dice “Stop”!
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Solo poco tempo fa un nostro redazionale (che potrete consultare nella sezione “News” del nostro sito web) Vi parlava della normativa sulla fatturazione elettronica con decorrenza al 1°Gennaio 2019.

Ma cos’è successo?
Il Garante della Privacy (Garante per la protezione dei dati personali) si è espresso con un Provvedimento in seguito alle segnalazioni da parte di numerose Associazioni (vedi Associazione Nazionale Commercialisti, Confederazione delle Libere Associazioni artigiane, e altre ancora) dato il potere attribuitogli dal GDPR, il nuovo Regolamento Europeo per la  Protezione dei Dati (Data Protection) in  vigore dal 25 Maggio scorso.
Il Garante ha così sentenziato che le modalità attuative della normativa in ambito di fatturazione elettronica non sarebbero compatibili con la riservatezza e la protezione dei dati personali e a fronte di questa incertezza circa la tutela della privacy si pone un problema immediato.
Il nuovo obbligo di fatturazione elettronica, esteso a partire dal 1° Gennaio 2019 anche ai rapporti tra fornitori e tra fornitori e consumatori, presenta, secondo il Garante, un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati, comportando un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, con il rischio di usi impropri da parte di terzi, sproporzionato rispetto all’obiettivo perseguito.
L’ammonimento mette a rischio l’avvio del nuovo obbligo nei tempi previsti dalla normativa. Il provvedimento del Garante è stato inviato anche al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze per le valutazioni di competenza.

Redazione ANSA ROMA
19 novembre 201812:56 News
“Il recente intervento del Garante della privacy sul tema della fatturazione elettronica solleva problemi che non possono essere ignorati. Secondo il garante, le modalità attuative previste comportano ‘un rischio elevato per i diritti degli interessati’, poiché richiedono la trasmissione e memorizzazione di una ingente mole di dati non direttamente rilevanti ai fini fiscali, con conseguenze per la tutela della riservatezza, in particolare in merito alle strategie aziendali”. Lo afferma il presidente della commissione Finanze del Senato Alberto Bagnai. “A fronte di questa incertezza – continua – i rilievi circa la tutela della privacy pongono un problema immediato e concreto. Riteniamo quindi auspicabile una riflessione più profonda, che non stravolga l’impianto della manovra, ma eviti di percorrere strade rispetto alle quali non solo le associazioni di categoria, ma anche le autorità indipendenti hanno espresso un allarme che sarebbe irresponsabile trascurare”.
Redazione ANSA ROMA
17 novembre 201811:40 News
Il Garante per la protezione dei dati personali ha avvertito l’Agenzia delle entrate che il nuovo obbligo della fatturazione elettronica, così come è stato regolato dall’Agenzia, “presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali”. Per questo motivo ha chiesto all’Agenzia di far sapere con urgenza come intenda rendere conformi al quadro normativo italiano ed europeo i trattamenti di dati che verranno effettuati ai fini della fatturazione elettronica. E’ la prima volta che il Garante esercita il nuovo potere correttivo di avvertimento, attribuito dal Regolamento europeo, attraverso un provvedimento adottato anche a seguito di alcuni reclami. Il nuovo obbligo di fatturazione elettronica – esteso a partire dal 1 gennaio 2019 anche ai rapporti tra fornitori e tra fornitori e consumatori – presenta, secondo il Garante, un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati, comportando un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito. Entrando nel merito del nuovo sistema di e-fatturazione il Garante ha rilevato una serie di criticità. In primo luogo, l’Agenzia, dopo aver recapitato le fatture in qualità di “postino” attraverso il sistema di interscambio (SDI) tra gli operatori economici e i contribuenti, archivierà e utilizzerà i dati anche a fini di controllo. Tuttavia non saranno archiviati solo i dati obbligatori a fini fiscali, ma la fattura vera e propria, che contiene di per sé informazioni di dettaglio ulteriori sui beni e servizi acquistati, come le abitudini e le tipologie di consumo, legate alla fornitura di servizi energetici e di telecomunicazioni (es. regolarità nei pagamenti, appartenenza a particolari categorie di utenti), o addirittura la descrizione delle prestazioni sanitarie o legali. Altre criticità derivano dalla scelta dell’Agenzia delle entrate di mettere a disposizione sul proprio portale, senza una richiesta dei consumatori, tutte le fatture in formato digitale, anche per chi preferirà comunque continuare a ricevere la fattura cartacea o digitale direttamente dal fornitore, come garantito dal legislatore.

In sintesi:

    • – L’archiviazione coinvolge anche dati non fiscali
      Il sistema prevede che l’Agenzia delle Entrate archivi e utilizzi i dati acquisiti attraverso il cosiddetto sistema di interscambio (SDI) anche a fini di controllo.
      Non si tratta però dei soli dati obbligatori a fini fiscali, ma del contenuto della fattura vera e propria, la quale contiene ogni informazione su beni e servizi acquistati e dalla quale sono immediatamente evincibili abitudini e tipologie di consumo dei cittadini (servizi energetici, telecomunicazioni ad es. e le relative regolarità nei pagamenti, appartenenza a particolari categorie di utenti ecc.), sino addirittura alla descrizione dettagliata delle prestazioni sanitarie o legali di cui si è usufruito.
      – Gli intermediari possono accentrare una grande quantità di dati personali
      Si sottolinea il ruolo assunto dagli intermediari delegabili dal contribuente per la trasmissione, la ricezione e la conservazione delle fatture, alcuni dei quali operano anche nei confronti di una moltitudine di imprese, accentrando enormi masse di dati personali con un aumento dei rischi, non solo per la sicurezza delle informazioni, ma anche relativi a ulteriori usi impropri, grazie a possibili collegamenti e raffronti tra fatture di migliaia di operatori economici.
      – Criticità anche per la fase di trasmissione
      Criticità per quanto riguarda i profili di sicurezza, a partire dalla mancata cifratura della fattura elettronica, e l’utilizzo della PEC (posta elettronica certificata) per lo scambio delle fatture, con la conseguente possibile memorizzazione dei documenti sui server di posta elettronica.

La paura latente, viste le falle del sistema, si può esprimere con il termine inglese Data Breach che identifica un incidente di sicurezza in cui dati sensibili, protetti o riservati vengono consultati, copiati, trasmessi, rubati o utilizzati da un soggetto non autorizzato. Solitamente il data breach si realizza con una divulgazione di dati riservati o confidenziali all’interno di un ambiente privo di misure di sicurezze (da esempio, su web) in maniera involontaria o volontaria.
Cosa succederà ora?
Gli interventi richiesti dal Garante Privacy per adeguare il sistema alla normativa italiana ed europea in materia di trattamento dei dati personali fanno pensare ad un lasso di tempo per l’adeguamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Alcune criticità segnalate sono risolvibili nell’immediato ma altre potrebbero comportare un dilatare dei tempi previsti, considerato il countdown che segna poco meno di due mesi all’obbligatorietà.
Come asserito già da molti, sarebbe stata gradita e dovuta la consultazione dell’Autorità garante, tra l’altro stabilita dal Codice Privacy e dal Regolamento UE, al fine di progettare e avviare il nuovo sistema di fatturazione già in linea con tutte le misure tecnico-organizzative, rispettando la protezione e il trattamento dei dati personali (cyber security).

Ultimissime:
Secondo quanto riportato da alcune testate on-line l’obbligo di fatturazione elettronica non slitterebbe a livello di tempistiche, rispettando così la decorrenza al Primo Gennaio anno venturo. Eliminare o rinviare la misura costerebbe troppo per le casse dello Stato. Il recupero di evasione previsto è di circa 1,9 miliardi di euro in un anno.
La e-fattura tra privati entrerà obbligatoriamente in vigore dal primo gennaio quindi “nessun slittamento”, lo ha dichiarato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nel corso dell’inaugurazione dell’anno di studi 2018-19 della Guardia di Finanza. La Commissione Finanze del Senato, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, starebbe studiando alcuni ritocchi, si tratterebbe di qualche correttivo ma non un abbandono della misura. Si punterebbe ad esentare dall’obbligo i professionisti della sanità (medici e farmacisti) che gestiscono dati sensibili.

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“People buy people”. L’assenza di fiducia è costosa.
Blog Bioservice Matrix

Gli americani ci ricordano che “people buy people”, ovvero che prediligiamo fare business ed instaurare relazioni con persone che conosciamo e di cui ci fidiamo. Stessa cosa avviene nel caso specifico in cui un individuo debba affidare la propria salute in mano ad un Dentista.

Sulla scia del redazionale precedente, in cui abbiamo aperto il dibattito sulle catene low-cost grazie alla puntata di Report, vogliamo continuare parlando dei valori che fanno di uno studio dentistico il miglior amico del sorriso e della salute; apportando benessere psicologico, fisico e un tenore di vita migliore. La stima per il professionista, che infonde sicurezza circa le cure e la serenità riguardo la sua costante presenza, garantisce il consolidamento di un rapporto fiduciario che va ben oltre il servizio.
L’onestà del preventivo, legata indissolubilmente alla lealtà nei confronti del Paziente che sta impegnando i propri averi per risolvere dei problemi di salute (perché la salute passa anche e soprattutto dalla bocca), crea il rapporto di fiducia.
Questa tematica si sviluppa in antitesi a quanto emerge dal reportage Rai nel quale si evince che una delle caratteristiche che rende la clinica low-cost meno affidabile rispetto al comparto dell’odontoiatria privata è proprio la mancanza di fiducia, l’opacità del rapporto fuggevole Medico-Paziente.

Veniva di fatto rimarcato come i dottori delle cliniche fossero spesso esecutori di un numero imprecisato di interventi su diverse persone, senza avere ben chiaro i casi clinici e le varie evoluzioni dei casi stessi, abbandonando non di rado il ciclo di operazioni in corso, eseguendo passivamente la tabella di marcia proposta dal preventivo (scarso di diagnostica e spesso gonfiato con interventi inutili o non impellenti). Proprio per i motivi appena citati spesso le grandi catene del low-cost sono viste come i “supermercati del dente”, dove scorre in sovraimpressione la miglior offerta, il prezzo più vantaggioso, la promozione del mese…
Ma l’individualità? La personalizzazione? Il sentirsi paziente e non cliente?
Le catene lavorano sulla fiducia o sulla vendita?

C’è da dire che la categoria dei Dentisti non ha goduto per anni di buona reputazione per via delle ingenti somme richieste ai propri pazienti e la scarsa comunicazione atta a giustificarne le parcelle, questo ha aperto le porte alle catene che se la giocano sul prezzo e l’appeal estetico. Oggi coloro i quali lavorano e continuano a crescere sono distaccati da questi stereotipi e luoghi comuni, hanno abbracciato la via della trasparenza e dell’ascolto, finalizzando l’attività nel rispetto delle esigenze primarie. Questo comporta grandi sacrifici, grande impegno e grande perseveranza, sono quattro i punti focali da seguire per attivare il circolo vizioso positivo della fiducia che innesca feedback emotivo ed economico: l’integrità cioè coerenza e onestà riguardo l’operato, l’intento cioè lo scopo, la motivazione che non attecchisce senza la basilare cura degli altri perchè non esiste un intento che lavori “in solitaria”, ha ragione di esistere solo se relazionato a chi ha bisogno e al conseguente benestare di chi richiede il servizio; il legame imprescindibile tra capacità e credibilità, le competenze contraddistinguono e vanno aggiornate, coltivate e comunicate per prestazioni complete ed efficaci; infine il risultato, garantire risultati all’altezza delle esigenze.
Avere fiducia nel proprio Dottore significa affidargli la propria salute, la credibilità dovrebbe essere lo strumento di negoziazione più importante in possesso dell’odontoiatra.
Al contrario non sono premiati e non creano rapporti stabili e duraturi (e nemmeno buon passaparola) il pressapochismo e le verità omesse che danno luogo a impressioni falsate e inducono a sottovalutare o sopravvalutare determinate prestazioni in virtù dell’accettazione del preventivo finale (vedi catene low-cost).

Dati alla mano: quando fiducia fa rima con ricavo.
Il rapporto di fiducia è un impegno emotivo fra due persone basato sul rispetto reciproco, sull’etica, su un sentimento positivo. I risultati di una negoziazione improntata sulla fiducia promettono maggiori ricavi in futuro. Feedback quantificabili con numeri schiaccianti per quanto riguarda sia il numero di pazienti che ritorna sia per la propagazione dell’immagine dello studio, divenendo cassa di risonanza, marketing vivente (è un processo in cui l’individuo diviene fonte di comunicazione e promozione dei servizi e dei professionisti stessi che li hanno realizzati, ma soprattutto dei valori. In questo caso è naturale e inconsapevole, il sorriso è il pezzo forte di questo marketing “a cuore aperto”, spontaneo).
Il Dentista è una professione molto importante e delicata, è colui che supervisiona la facoltà di alimentarci correttamente, sorridere senza vergognarci, curatore del nostro benessere psichico e fisico.
Ed è proprio la fiducia che determina la scelta del Dentista. Vediamo alcuni dati a riguardo provenienti da un’inchiesta condotta qualche anno fa (ma ancora attuale) dal sondaggista sociologo Mannheimer utilizzata a riprova di quanto detto finora anche nei convegni ANDI.
Nove su dieci (93%) gli italiani che ripongono la loro fiducia nel medico dentista.
Sei su dieci (56%) dicono di averne davvero tanta.
Il Dentista è considerato al pari del “medico di base” (o di famiglia).
Infatti il Dentista e il Medico di base hanno, nella popolazione, un voto di 7,6 come fiducia media, di contro a un 7,5 dei medici specialisti. Queste sono le uniche professioni per cui la maggioranza degli italiani ha sempre espresso una forte fiducia (hanno detto di fidarsi nell’ordine il 93%,90% e 93% degli italiani). All’opposto le professioni di giornalista e di manager sono le uniche a contare un voto medio (da 1 a 10) inferiore alla sufficienza seppur di poco (5,9) mentre avvocati (6) e notai (6,3) e magistrati (6,4) appena sopra la media.
Un’altissima fiducia verso l’odontoiatra che svolge la sua attività in uno studio privato italiano (89%). Ciò è dimostrato anche dal fatto che in otto casi su dieci (82%) gli italiani si rivolgono sempre allo stesso dentista.

Dal sondaggio emerge anche la ‘bocciatura’ delle grosse strutture e del turismo odontoiatrico. Nove italiani su dieci hanno infatti più fiducia verso il Dentista che opera in uno studio privato, mentre l’inefficacia delle cure effettuate all’estero è evidenziata dal dato che indica come più della metà di coloro che si sono rivolti a dentisti all’estero dichiarano che non lo rifarebbero. A prendere in considerazione lo studio estero è poco più di un italiano su dieci (15%), mentre per nulla interessati alle cure fuori i confini sono otto (81%) italiani su dieci.


Convertire fiducia in ricavo. Come cavalcare l’onda della fiducia per farsi conoscere.
Il vero valore della reputazione?
Si misura in fiducia e credibilità che influenzano la propensione dei Pazienti a tornare dove “sono stati bene”, dove sono stati curati e seguiti, dove di un bene o un servizio hanno potuto apprezzare la qualità.
Reputazione, credibilità e fiducia sono verificabili e quantificabili, i risultati portano a feedback e propagazione “del nome”. Per cavalcare l’onda, nel caso essa sia positiva, si può coadiuvare il tutto con una buona strategia social marketing creando consenso anche grazie alla propria presentazione in Rete, al Digital Engadgment (ingaggio di possibili Pazienti tramite le piattaforme social ad esempio).
Per questo diventa essenziale distanziarsi dal rumore di fondo impostando uno stile comunicativo comprensibile, stimolante, curioso che garantisca la qualità che salti all’occhio e continui a propagare i valori e la trasparenza e soprattutto la vicinanza al Paziente, quella che così difficilmente si riesce a percepire nelle catene dove le persone si sentono Clienti in fila per l’acquisto di un Prodotto.

BioService e Matrix, in questo senso, possono aiutare i Professionisti nell’ammirevole gestione del potenziale professionale del Loro studio Odontoiatrico.

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Viaggio nel Dentale Low-Cost
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Questa settimana non ci siamo lasciati sfuggire l’interessante puntata di Report, programma televisivo Rai che ha fatto la storia nell’ambito del giornalismo investigativo, a base di inchieste che affrontano temi di carattere economico e sociale.
La puntata di Lunedì 29 Ottobre 2018 intitolata “Dentocrazia” ha avuto come focus le grandi catene low-cost del dentale.
In svariati accenni sono emersi i temi da noi affrontati in numerosi redazionali che potrete consultare entrando nel nostro sito web sezione “news”. La puntata si è snodata parlando di “grandi catene” gestite come “supermercati”.
La verità è proprio questa, hanno l’aria di esporre tutto nella migliore delle maniere e presentarsi al proprio “cliente” con le migliori intenzioni, promuovendo il “prodotto” con le strategie e nelle forme più accattivanti.
Come al supermercato, spesso anche nel dentale, si accetta il preventivo in modo “emotivo” facendosi spesso abbagliare dai cosiddetti “prezzi civetta” finendo per acquistare prodotti inutili o quanto meno non indispensabili.
Cavalcando l’onda della crisi, le catene si sono affermate sempre di più. Ma sono realmente così convenienti come dicono di essere? In realtà il preventivo presentato nei centri organizzati, e spesso contestato con la riprova effettuata presso uno studio privato, ha poco a che vedere con una diagnosi oculata ma molto più con l’acquisto di un bene/prodotto. Il reportage continua mettendo in luce come gli operatori inseriti nel “contesto clinica low-cost” siano soggetti ad un ri-cambio repentino per disparati motivi (contratti da fame, inesperienza, incidenti in corso d’opera), sottolineando come i preventivi benché scontati fino all’85% includano prestazioni non necessarie o non impellenti, evidenziando come le catene siano all’interno di un sistema di piramidi societarie da dove è difficile uscire in caso di contenzioso, strutture opache in cui mancano i controlli sulle dinamiche finanziarie e dove il barile viene scaricato di filiale in filiale, di clinica in clinica, di società in società.

Ci siamo accorti di come, nelle settimane precedenti, Matrix e BioService avessero centrato il bersaglio parlando del dentale in tutte le sue sfaccettature approfondendo temi come “medico o  venditore di denti” in cui emergeva la tendenza delle persone a non comprare quello che un Dottore fa ma perchè lo fa. La cura, la costanza, la presenza.
Dare un prezzo predefinito ad una diagnosi, ad una cura, ad un piano riabilitativo è assolutamente incompatibile con il servizio stesso. Diametralmente opposta come filosofia rispetto a quella delle grandi catene che pubblicizzano in cartelloni 6X3 la promo del mese su impianti, corone e pulizie dentali senza aver nemmeno aver visto i propri pazienti, anzi, i propri clienti. Le cliniche delle catene low-cost sono attraenti, ricche, luminose, ipermoderne, completamente attrezzate e offrono prestazioni a prezzi stracciati, come al supermercato con l’offerta del mese disposta sul miglior scaffale; ma esiste una differenza abissale tra vendere prestazioni forzando i piani terapeutici non in base alle patologie, ma a quanti soldi può spendere il “cliente”e l’analisi approfondita del caso attraverso esami preliminari e udienze col paziente provando a pianificare in base alle necessità finanziarie anche un sistema di pagamento rateizzato.
Il tema della vendita piuttosto che la somministrazione di prestazione ricorre anche nell’articolo titolato “No!E’ troppo caro!”, dove intendavamo sottolineare l’importanza della diagnosi e differenziare nuovamente la figura del Medico (da quella del venditore di denti) che pazientemente valuta e propone sulla base di aspetti tecnici-biologici-psicologici le volontà del paziente e le indirizza consapevole del fatto che la differenza non la fa il preventivo ma l’ascolto.

Il fare leva sull’estetica dello studio e la parte comunicativa/marketing è stato al centro dell’articolo pubblicato sulle nostre piattaforme titolato “aspettative del paziente” che fa luce su come il paziente-medio sia invogliato dalla modernità e dalla ridondanza dei messaggi pubblicitari ad entrare nelle cliniche delle catene low-cost, viste le ingenti somme che le stesse destinano all’istant marketing.
Cura dell’ambiente, informazione, chiarezza su preventivi e costi, comodità, trasparenza sono le esigenze messe in luce dalle statistiche ma solo in parte vengono espletate formalmente dalle grandi catene; l’immagine è come sempre il biglietto da visita migliore ma la chiarezza del preventivo e l’informazione costante non sono punti forti considerati i frequenti episodi di overtreatment (preventivi gonfiati) e turnover (sostituzione del personale in maniera fulminea). Il paziente cerca serietà, affidabilità, credibilità e si aspetta di essere seguito dall’inizio alla fine con rassicurazioni, spiegazioni e risultati tangibili e duraturi.

I dati parlano chiaro sia nel reportage della trasmissione RAI e sia negli ultimi scritti da noi pubblicati (“Diamo i numeri:cure odontoiatriche, abitudini e statistiche”), dove ci siamo avvalsi di dati nazionali estrapolati dalle fonti autorevolie attendibili.
Oggi, questi dati trovano conferma anche nel servizio di Report, così riportiamo anche noi qualche dato fornito dall’agenzia Key-Stone “marketing research and consulting” : dati che derivano da un’indagine condotta su circa 1600 persone scelte in maniera casuale (70% intervista telefonica, 30% web).
Il 23 % degli intervistati è stato in un centro o in un circuito dentale per un preventivo o per una visita. Tale percentuale aumenta tra gli intervistati più giovani, i dirigenti/imprenditori e gli impiegati.
Il 68% non è mai stato in un centro dentale, nè conosce qualcuno che ci sia andato.
84% le famiglie che si sono rivolte ad un dentista privato nel 2016. Ma l’incidenza dei centri low-cost odontoiatrici aumenta nel caso di trattamenti specifici e tra chi è già stato in un centro. Trattamenti ad alto valore diffusi tra i pazienti delle cliniche.
25% di incidenza per le cliniche, 17% per l’odontoiatria privata.
Il pregiudizio per le cliniche diminuisce notevolmente da parte degli “utilizzatori”: in generale, la clinica viene preferita per la sua convenienza e modernità, mentre al dentista privato viene riconosciuta una maggiore qualità della prestazione e una migliore gestione delle relazioni. Mettendo però a confronto l’opinione di chi è già stato in un centro appartenente a un circuito dentale rispetto a chi non ne ha mai avuto accesso, i dati mostrano un forte pregiudizio da parte di coloro che non sono mai stati in un centro Odontoiatrico.

Rimarchiamo il nostro pensiero, ovvero che in ogni contesto possano operare professionisti più o meno onesti e preparati e che questa fenomenologia sia presente anche nel comparto dell’odontoiatria privata. Nell’estratto odierno ci siamo concentrati sul tema dei centri low-cost perchè la cronaca sta portando a galla numerose casistiche di pazienti/consumatori adirati per spiacevoli accadimenti che hanno comportato problemi di salute ed economici.
Matrix e Bioservice si impegnano da anni a fornire prodotti e informazione adeguate e consulenze mirate per contraddistinguere la propria attività nell’attuale panorama odontoiatrico.

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Aspettative del paziente
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Caliamoci nei panni del paziente…ci vanno larghi o stretti?
Ogni azienda si impegna a gestire il proprio lavoro focalizzando l’attenzione sulle esigenze del proprio cliente, allo stesso modo il dentista deve avere a cuore le aspettative e i bisogni del proprio paziente.

Sulla scia del precedente redazionale nel quale sottolineavamo la centralità del paziente e le sue esigenze (che potrete consultare nella sezione news del nostro sito web) vogliamo trovare risposte a queste domande apparentemente banali:
Cosa si aspettano i pazienti? Perché un paziente dovrebbe scegliere un professionista piuttosto che un altro? Quali sono le variabili che determinano la preferenza?

Abbiamo chiesto direttamente ad un campione di persone con età, interessi, bisogni, abitudini, lavori, vite diverse di rispondere a queste semplici domande riguardanti la scelta dello studio dentistico. Le scelte scaturiscono da parametri ben definiti. Sarà interessante mettere a paragone le aspettative del paziente con quelle del Dottore confrontandole con i risultati del sondaggio.

Entrando nello specifico, l’inchiesta è stata condotta su un campione di 150 individui (Italia, mese di Settembre 2018, campione variegato dal punto di vista anagrafico, utente medio dal punto di vista economico) coinvolgendo tutte le fasce d’età: bambini under 12, ragazzi under 20, persone under 45, over 45 e di mezza età over 65. Le domande essendo a risposta aperta hanno necessitato di un’interpretazione per poter poi gestire il dato finale in percentuali calcolabili.

In linea generale sono emerse questo tipo di tendenze e preferenze:

Cura dell’ambiente e dell’accoglienza
Con una percentuale del 90%  gli interpellati hanno manifestato questa esigenza basilare.
I bambini per primi hanno sottolineato l’esigenza di entrare in studi dentistici il meno possibile asettici, con aree dedicate e personale sorridente. Per ovviare al camice bianco ospedaliero i colori sarebbero fondamentali ai fini di rallegrare il contesto rendendolo “meno medico e più ludico”.
D’altro canto il resto degli intervistati, alzando anche il range dell’età, manifesta la medesima esigenza cioè essere accolto in un ambiente che riesca il piu possibile a infondere serenità, familiarità e positività mediante colori, arredamenti, pulizia e angoli svago/ristoro.

Informazione a 360 gradi
Con una percentuale dell’85% è schiacciante la richiesta di informazione. La restante percentuale comprende quasi prettamente la fascia “under 12” che viene indirizzata dai parenti prossimi per la scelta del medico curante e che si fida delle info in possesso dei propri familiari.
Dalla fascia adolescenziale via via crescendo con l’età dei sondaggiati il desiderio è quello di avere informazioni utili circa lo studio, le cure, le tipologie di interventi; come prima cosa i pazienti ammettono di controllare la presenza in sala d’attesa del materiale informativo (trasferimento di contenuti di valore) e poi richiedono all’equipe stessa la capacità di comunicare e dare spiegazioni ed indicazioni esaurienti. Informazione in loco e on-line mediante un sito web aggiornato e funzionale in cui trovare la maggior parte delle informazioni. La richiesta di modernità e avanguardia coinvolge tutte le fasce d’età.

Chiarezza su preventivi e costi
la maggior parte degli intervistati (65%) è convinta che il costo sia un problema relativo per le tasche, ritiene altresì fondamentale la spiegazione delle varie voci che compongono il preventivo spiegate dal punto di vista del trattamento ancor prima del prezzo. L’esigenza diffusa è quella di trovare professionisti corretti che sappiano consigliare il miglior intervento, nei tempi e nel numero di sedute indispensabili (timore diffuso è quello di trattamenti opzionali che gonfino solamente la parcella). Da parte dei pazienti emerge inoltre l’esigenza di poter dilazionare il pagamento, in modo da abbracciare trattamenti completi suddivisi in vari step con saldo a rate.

Comodità
Escludendo i bambini che hanno evidenziato prettamente la parte ludica del pre-visita, il resto degli interpellati (70%) ha sostenuto che la scelta del dentista dipende anche e soprattutto da questo tipo di fattore che abbraccia sia la disponibilità a fissare le visite, i controlli, gli interventi in giorni prossimi alla chiamata o conformi alle necessità del paziente sia la comodità relativa alla locazione dello studio; la prossimità a parcheggi magari gratuiti, a centri servizi, a zone tranquille facili da raggiungere e da lasciare senza ulteriori spese in termini economici (il parcometro) e di tempo nel caso si trattasse di raggiungere zone a traffico limitato o congestionato.

Cosa pensano gli altri
Pressochè tutti gli intervistati hanno fatto emergere che la scelta del dentista è determinata dal fattore passaparola (90%) , proveniente da pareri di conoscenti e amici (giudizio tenuto in gran considerazione) come dal web in cui pullulano le recensioni lasciate da pazienti (monitoraggio soprattutto da parte dei giovani under 45). Sarebbe opportuno da parte dell’odontoiatra avere ben chiaro quale sia l’idea diffusa riguardo il proprio studio, soprattutto la reputazione on-line che si propaga in maniera virale. Il dottore grazie alla presenza virtuale (social, sito web, dimestichezza con piattaforme varie) potrà monitorare e agire sulla propria immagine per migliorarla e propagarla (pubblicizzandosi). Ed è così che il paziente stesso richiede la presenza in rete del dentista per poter confrontare in tempi brevi il suo profilo con quello di altri colleghi e trarre le proprie (parziali) conclusioni.

La statistica ha messo in luce come gli interessati desiderino essere perlopiù informati e comodi.

Ma il dentista ha ben chiaro per cosa propenda il paziente? Sulla base di queste esigenze si sente sempre in grado di soddisfare le aspettative messe in luce?

Prossimamente sottoporremo altri questionari ai nostri interessati, anche nella formula a risposte multiple o chiuse, lo scopo è quello di avere una panoramica ampia e veritiera riguardo le abitudini dei consumatori, percentuali tangibili sulle quali operare scelte coscienziose per il proprio studio in continuo aggiornamento.

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LE “E-FATTURE”: dal cartaceo al digitale
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10La Legge di Bilancio 2018 ha  introdotto l’obbligo diffuso della fatturazione elettronica sia nelle relazioni commerciali tra soggetti passivi Iva privati (aziende e professionisti con P.Iva) sia verso i consumatori finali. Quindi questa Legge ha introdotto un’importante novità anche per gli studi medici, odontoiatrici e tutti i professionisti sanitari: la fatturazione elettronica per tutte le operazioni effettuate siano esse in entrata e in uscita, come prestazioni eseguite sui pazienti o acquisti di forniture.

Cos’è e come funziona la fatturazione elettronica?
La fatturazione elettronica è un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture che permette di abbandonare per sempre la vecchia modalità che comportava l’uso di carta, costi di stampa e spedizione e oneri per la conservazione. La fatturazione elettronica cambia radicalmente il modo in cui si compilano, inviano, ricevono e conservano le fatture.
Il formato, denominato FatturaPA, è il tracciato con cui le fatture elettroniche devono essere prodotte. Si tratta di un flusso di dati strutturati in formato digitale con gli stessi contenuti informativi di una fattura cartacea, ma scritto in linguaggio XML.Per molti anni la fattura è stata compilata in vari modi: carta e penna, macchine da scrivere, mediante editor testuali o fogli di calcolo (come word o excel), usando software di fatturazione e gestionali più o meno avanzati. Una volta compilata dal fornitore, la fattura veniva spedita al cliente via posta o e-mail e il destinatario (il cliente) aveva l’obbligo di conservare in formato cartaceo il documento ricevuto per almeno 10 anni (le fatture scaricate tramite e-mail andavano stampate).
Oggi la fatturazione elettronica definisce un percorso unico standardizzato grazie al Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate: la fattura elettronica viene compilata tramite un software di fatturazione elettronica, viene firmata digitalmente (tramite firma elettronica qualificata),chi emette la fattura dovrà poi inviarla al destinatario tramite il Sistema di Interscambio che, per legge, è il punto di passaggio obbligato per tutte le fatture elettroniche emesse verso la Pubblica Amministrazione e verso i privati, dopo i controlli tecnici automatici, il Sistema di Interscambio provvede a recapitare il documento alla Pubblica Amministrazione o al soggetto privato a cui è indirizzato.
Il Sistema di Interscambio funge quindi da crocevia tra gli interessati e ha il compito di verificare che il formato del documento ricevuto sia corretto e che i dati inseriti siano completi.

Compilazione della fattura elettronica
Il modo più semplice per compilare una fattura elettronica è farlo tramite un software di fatturazione o gestionale. La procedura per fatturare è sempre la medesima: si redige la fattura e poi, anziché stamparla o salvarla in PDF per inviarla via e-mail, si genera il file fattura nel formato XML FatturaPA.
Esiste una fattura elettronica B2B (tra soggetti privati con Partita IVA), una fattura alla Pubblica Amministrazione e una verso consumatori (B2C).
Per sapere a chi recapitare la fattura elettronica il Sistema di Interscambio usa diversi metodi a seconda del tipo di destinatario: ad es. gli uffici della Pubblica Amministrazione sono identificati da un Codice Univoco Ufficio di 6 caratteri che va inserito obbligatoriamente in fattura; per i consumatori al momento ancora si stanno definendo le linee guida definitive, per i destinatari B2B (imprese, professionisti, ecc…) le strade di invio sono due cioè la PEC (il file XML contiene l’indirizzo PEC del cliente al quale SdI inoltrerà la fattura) o Codice destinatario SdI (quando il cliente possiede un codice di accreditamento SdI, andrà usato questo codice per inviargli la fattura).

Firma elettronica qualificata e invio tramite il Sistema d’Interscambio
Una volta prodotta la fattura elettronica (un file XML) sarà necessario firmarla digitalmente tramite firma elettronica qualificata e poi inviarla tramite il Sistema d’Interscambio al destinatario.
La scelta più semplice è affidare tutto a un gestionale di fatturazione semplificando l’invio al Sistema e la gestione delle risposte e l’interpretazione di eventuali messaggi di errore. Il servizio si occuperà di: applicare la firma digitale (elettronica qualificata) con riferimento temporale su ogni fattura, inviare la fattura al Sistema di Interscambio, tracciando l’intero percorso di validazione e accettazione (o scarto) del documento, e segnalando con tempestività eventuali problemi o anomalie, inviare in conservazione sostitutiva il documento elettronico per 10 anni.

Ricezione e registrazione della fattura
Il SdI è una specie di “postino”, il Sistema farà pervenire la fattura una volta che avrà verificato i requisiti tecnici. Non resterà che importare la fattura elettronica nel software per registrarla.

Conservazione
Il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate provvederà alla conservazione sia fiscale che ai fini civilistici o per qualsiasi altra esigenza di natura giuridica per 10 anni.
I vantaggi pratici della conservazione sostitutiva sono lampanti: eliminazione dei costi diretti (toner, carta, luoghi di conservazione); eliminazione del rischio di distruzione, corruzione o perdita; abbattimento dei tempi per ricerca e consultazione.

Tutta la filiera dell’invio fatture può svolgersi anche con software indipendenti.
Ad Assosoftware, che rappresenta e tutela gli interessi di oltre il 90% delle aziende dell’Information Technology che realizzano software applicativo-gestionale per imprese, intermediari e PA, è stato contestato che alcune aziende associate avessero veicolato informazioni errate con l’intenzione di dissuadere i commercialisti dall’uso di software indipendenti.Questo tema è stato oggetto della contestazione e materia per la lettera all’Autorità per la Concorrenza. In particolare, è stato evidenziato che il tracciato XML della fattura elettronica è un formato universale: lo stesso, anche quando prodotto da software diversi, rispetto ai gestionali in uso, deve rispondere ad un unico modello regolato dalla Legge italiana. Perciò se il tracciato corrisponde a normativa nessun file prodotto potrà essere errato o difforme.

L’Associazione nazionale Carabinieri (Anc) ha segnalato all’Autorità Garante della Privacy il rischio che i dati sensibili contenuti nelle fatture possano essere intercettati da terzi e utilizzati per conoscere le scelte degli operatori economici e profilarne le caratteristiche, con la richiesta di una norma apposita che proibisca la cessione e l’uso dei suddetti dati.

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INFORMATI E CONSAPEVOLI nel mese dell’ EDUCAZIONE FINANZIARIA
Blog Bioservice Matrix

Il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria (cui partecipa il Ministero dell’Economia e delle Finanze) promuove la prima edizione del ”Mese dell’Educazione Finanziaria” dal 1 al 31 ottobre 2018.

Nel corso del mese  oltre 200 appuntamenti gratuiti in tutta Italia per imparare a gestire al meglio le risorse finanziarie personali e familiari e approfondire i temi del risparmio, degli investimenti, delle assicurazioni e della previdenza. Il Mese si aprirà con la World Investor Week e terminerà il 31 ottobre, giornata mondiale del risparmio. Obiettivo delle attività del Mese: far crescere l’alfabetizzazione finanziaria degli italiani.

  • Il 63% degli italiani “analfabeta” finanziario  (S&P Global FinLit Survey sulle conoscenze degli over 15 in 140 paesi)
  • Solo il 37% degli over 15 ha chiari i concetti base di inflazione, tasso di interesse e diversificazione del rischio, mentre in Canada, Germania e Stati Uniti la percentuale supera il 60% (dati riportati Annamaria Lusardi, direttore del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria)

Dopo questa doverosa premessa, doverosa in quanto si tratta della prima edizione nel nostro Paese di questo genere di Evento Nazionale che mira all’orientamento e a fornire le conoscenze base per la gestione finanziaria, desideriamo informarVi di quanto BioService e e Linea Implantare Matrix siano sensibili all’ argomento.
Promuoviamo  informazione e sensibilizzazione sui comportamenti corretti nella gestione e programmazione delle risorse finanziarie con la finalità di garantire la Crescita economica attraverso l’utilizzo appropriato di strumenti finanziari, e formule alternative all’acquisto.

Nella fattispecie stiamo lavorando per garantirVi un’informazione a 360 gradi su come affrontare la gestione finanze all ’interno del vostro studio applicando le formule più convenienti in base al tipo di investimenti di cui avreste bisogno. Non si può fare della buona finanza se non si è fatto anche della buona economia.

La locazione operativa, ad esempio, è una soluzione che consente, a fronte del pagamento di un canone fisso periodico, di avere la disponibilità di un bene strumentale all’esercizio della propria professione o attività imprenditoriale, senza acquisirne la proprietà.

Questo servizio è indicato per Chi cerca una soluzione flessibile, che permetta un continuo rinnovo tecnologico, al riparo dal rischio di obsolescenza dei beni aziendali. Si tratta di un tipo di contratto ormai molto diffuso anche in Italia specie per beni ad alta tecnologia (computer, fotocopiatrici, centralini telefonici, medicali, strumenti di misura), ma che si sta rapidamente affermando anche in altri settori.

I vantaggi della locazione:

  • Risparmio di capitale proprio: con la locazione operativa l’Azienda ottiene il bene che serve per la propria attività senza impegnare capitale e senza appesantimenti di immobilizzazioni nello stato patrimoniale.
  • Miglioramento della situazione finanziaria e Sicurezza di pianificazione grazie ai canoni costanti: la locazione operativa migliora i ratios di indebitamento in quanto non rappresenta (in caso di contabilità secondo standard italiano) un debito per l’azienda ma solo un canone in conto economico.
  • Flessibilità: la locazione operativa non ha durate minime e – a seconda della tipologia dei beni – può prevedere formule che non prevedono il completo ammortamento del bene, permettendo di utilizzare i beni solo per quanto si deprezzano nel corso del tempo del contratto. A fine locazione sono possibili più opzioni (rinnovo, restituzione, prosecuzione, acquisto del bene usato).
  • Prevedibilità e gestione del budget (vantaggi fiscali legati alla deducibilità dei canoni): la locazione operativa opera con canoni fissi dove è compresa anche l’assicurazione del bene e dove possono essere compresi anche servizi di manutenzione o altro.
  • Mantenimento della liquidità
  • Tecnologia sempre aggiornata

Per informazioni dettagliate, contattateci e seguite le pubblicazioni nelle nostre piattaforme.
Chi non si forma si ferma!
Informati e Aggiornati  con Linea Implantare Matrix e BioService.
BioService: Dispensiamo Sapere.

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Fatturazione Elettronica in Europa e nel Mondo: Paesi a confronto
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Nel 2017 la tecnologia applicata alla fatturazione ha visto visto un aumento tra il 10% e il 20%, volume globale delle fatture elettroniche di circa 36 bilioni. Con potenziale di crescita elevatissimo tanto che nel 2025 è previsto che la fattura elettronica diventerà modello dominante a livello globale. Ciò è dovuto all’inarrestabile rivoluzione del digitale e alla riduzione dei costi stimata tra l’8% e il 39% rispetto alle fatture cartacee.

In Europa
Negli ultimi anni l’Europa ha visto un notevole sviluppo della fattura elettronica, in particolare nell’ambito B2G “business to government” cioè commercio elettronico tra operatori del mercato (Business) e strutture della pubblica amministrazione (Government). Il Settore della Pubblica Amministrazione funge da vero e proprio motore del cambiamento quando è necessario incentivare il passaggio al paperless (automatizzato, senza carta). 

La Danimarca è stato il primo paese a rendere obbligatorio l’uso della fattura elettronica B2G già nel 2005. Da allora sono stati diversi i paesi che hanno seguito questo esempio, tra i quali Austria, Finlandia, Italia, Norvegia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Francia. Negli ultimi anni la tendenza dilagante è quella di utilizzare la fatturazione elettronica anche nei rapporti B2B (business to business) transazioni commerciali elettroniche tra imprese.

Il problema principale è stata l’automatizzazione. Si calcola che negli ultimi anni siano sorte oltre 40 diverse legislazioni con il compito di regolare la fatturazione elettronica in Europa, un aspetto che aveva reso arduo e complicato il lavoro sinergico tra le diverse Regioni. Per risolvere il problema l’Unione Europea ha introdotto l’obbligo per tutti gli organismi pubblici degli stati membri ad adottare la fattura elettronica secondo uno standard comune europeo.

Il Portogallo ha introdotto con diversi anni di anticipo la e-fattura per tutte le transazioni, e secondo le analisi della commissione Ue è stata lo strumento più efficace per uscire dalla crisi finanziaria 2008-2012 seguita al fallimento di Lehman Brothers nel 2008.

 

Nel Mondo
La diffusione della fatturazione elettronica nel mondo è collegata alla lotta all’evasione fiscale: i paesi che introducono l’obbligo sono quelli a maggior tasso di evasione. E lo strumento sembra funzionare.

L’America Latina è la regione più avanzata.
Autentici precursori nell’utilizzo della fattura elettronica sono stati il Cile, il Messico e il Brasile.

Il sistema (che combina l’utilizzo della fatturazione elettronica ad altre forme di contabilità elettronica) consente allo Stato di conoscere in tempo reale tutte le operazioni effettuate (il controllo quindi non riguarda solo l’IVA ma l’intera amministrazione del sistema produttivo).
La fatturazione elettronica è obbligatoria anche in Argentina (dal 2016, tutti i settori dell’economia hanno l’obbligo di utilizzare la fattura elettronica nelle proprie relazioni commerciali) e in Perù dove i livelli di adozione sono altissimi (l’85% di chi emette fattura elettronica ha deciso di farlo volontariamente ma il Paese ha comunque previsto l’introduzione obbligatoria di questa tecnologia per tutti i contribuenti nel 2018), la Colombia la introdurrà a partire dal 2019 (la Direzione delle Imposte e Dogane Nazionali colombiana ha avviato un processo di adozione progressiva, dal 2019 tutte le aziende colombiane dovranno utilizzare questo sistema).

In Nord America, la fatturazione elettronica viene concepita in modo diverso rispetto all’Europa e all’America Latina.
Solo il 20% emette quindi fatture elettroniche strutturate mediante EDI (scambio elettronico di dati). Una delle ragioni di questo ridotto livello di adozione è che il paese non dispone di un sistema di IVA, per questo tali documenti vengono trattati alla stregua di una qualsiasi altra transazione commerciale.
Gli Stati Uniti sentono meno l’esigenza di digitalizzazione della fattura che non è un documento necessario per liquidare l’imposta indiretta (che non è l’IVA, ma una sales tax che ha un meccanismo diverso). Nel 2018 è comunque iniziato l’obbligo per le operazioni verso l’amministrazione pubblica. L’Amministrazione Federale pensa di promuovere questa tecnologia dopo aver testato tramite un progetto i vantaggi che potrebbe apportare agli organismi pubblici e privati.

Regione Asia-Pacifico
La fattura elettronica si trova ancora in fase di sviluppo. I principali promotori del cambiamento sono attualmente il Settore Pubblico e il settore retail (vendita al dettaglio) e dei trasporti, in particolare a Singapore, Hong Kong, Taiwan e Corea del Sud.
L’elevata evasione fiscale ha portato le amministrazioni fiscali di alcuni paesi come Cina e Indonesia a esigere l’utilizzo della fatturazione elettronica.

Anche la Russia sta compiendo passi avanti nell’espansione di questa tecnologia. Curva di sviluppo in impennata, tempi brevi intercorsi tra l’introduzione e la sua capillarizzazione.

Australia e Nuova Zelanda presentano un contesto estremamente simile a quello asiatico. La trasformazione digitale è sempre più radicata nelle aziende di questi paesi, che hanno iniziato a utilizzare le transazioni elettroniche B2B (transazioni commerciali elettroniche tra imprese), in particolare nell’ambito del settore sanitario. La maggior parte delle fatture viene però scambiata in formato cartaceo o PDF tramite e-mail.

Il Sudafrica è l’unico Paese della regione a poter contare su un sistema di fatturazione elettronica sviluppato, già dal 2012. Nei restanti paesi africani, l’impiego è trascurabile, anche se alcuni di questi come il Marocco e l’area del Maghreb stanno iniziando a introdurre questo sistema.

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Data Protection: la Nuova Privacy.
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Il Decreto Legislativo 10 Agosto 101/2018 riguardante l’adeguamento del Codice della Privacy italiano a quanto disposto dal Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio 27 aprile 2016 che abroga la direttiva 95/46/CE (Regolamento generale sulla protezione dei dati) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 settembre 2018.
Il decreto legislativo ha introdotto disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del GDRP, il Regolamento Europeo relativo alla protezione e circolazione dei dati personali.
Il GDPR (General Data Protection Regulation) nasce da precise esigenze messe in luce dalla Commissione Europea riguardo la certezza giuridica, l’armonizzazione e la sempre maggiore semplicità delle norme riguardanti il trasferimento di dati personali dall’UE verso altre parti del mondo.

L’obiettivo del Governo italiano è stato quello di semplificare l’applicazione della norma, adeguandola al codice della Privacy già esistente.
Il quadro giuridico è attualmente composto da

  • – la disciplina del GDPR, il “nuovo” Codice Privacy
  • – gli articoli del nuovo Decreto Lgs 101/2018 che danno indicazioni su come gestire la restante disciplina

In area sanitaria la grande novità è il venir meno dell’obbligo di consenso del trattamento dati personali quando i dati sono trattati per finalità di diagnosi e cura.
Prima veniva richiesto il consenso a 360 gradi, ora il Sistema chiede di interrogarsi e capire quali sono le ragioni per cui vengono trattati i dati; si deve valutare perciò la finalità d’impiego e cioè se il fine è strettamente legato alla cura o alla promozione.
E’ un approccio decisamente meno burocratico, in quanto non si deve richiedere il consenso per il trattamento, ma più oneroso a livello di analisi poiché richiede un’ attenzione particolare ai processi di elaborazione e altrettanta scrupolosità nel seguire il fondamento impartito dalla Norma.

In sintesi le novità più rilevanti introdotte:

  • Non occorre più il consenso per il trattamento dei dati per finalità di diagnosi e cura
  • L’obbligo di informativa al Paziente continua ad essere reso in area sanitaria con modalità semplificate
  • Il Garante ha il potere di introdurre meccanismi di semplificazione per le micro, piccole e medie imprese
  • L’applicazione delle sanzioni dovrà tenere conto, per i primi otto mesi dalla data di entrata in vigore del Decreto, della fase di prima applicazione delle sanzioni stesse

Riprendendo l’ultimo punto citato “le sanzioni”, il 19 Settembre è entrato in vigore il Decreto 10 Agosto 2018 sulla Privacy e ciò ha determinato l’introduzione di controlli ed eventuali penali, anche se identificare quest’ultime come conseguenza agli inadempienti non è così intuitivo.
Il caso più frequente, che possa comportare per lo studio odontoiatrico un rischio reale di sanzioni, è quello del contenzioso sollevato da pazienti insoddisfatti che inevitabilmente comporta una verifica gestionale-amministrativa in tutte le aree, compresa quella del trattamento dati.

In attesa che vengano ulteriormente chiarite, snellite e ridotte alcune modulistiche, gli adempimenti a cui non può sottrarsi lo studio odontoiatrico sono:

    • – Documento di Privacy per i pazienti da far firmare con le autorizzazioni al trattamento dei dati e autorizzazione ad eventuali comunicazioni via sms, email, web.
    • – Documento di autorizzazione al trattamento dei dati personali dei Pazienti da far firmare ai dipendenti e ai collaboratori
    • – Documento informativo per il trattamento dei dati personali da far firmare ai nostri dipendenti e collaboratori.
    •  -Contratto coi Responsabili del Trattamento Dati (Consulenti contabili e del lavoro, laboratorio odontotecnico etc).
    •  -Registro dei trattamenti

Il registro deve avere forma scritta anche in solo “formato elettronico”, così come prevede il terzo comma del medesimo art. 30 GDPR.
Deve essere costantemente aggiornato (sia quello del titolare che quello del responsabile del trattamento) e tenere traccia delle modifiche (relative a modalità, finalità, categorie di dati, categorie di interessati del trattamento).
Deve riportare sia la data della sua prima creazione sia la data dell’ultimo aggiornamento. Il registro è un importante strumento di accountability (“rendicontabilità”) perché serve a comprovare il rispetto dei principi applicati al trattamento dei dati personali. Il registro delle attività di trattamento è uno strumento utile (sia al titolare che al responsabile) per dimostrare come siano stati costantemente applicati i principi del GDPR e come si sia adempiuto agli obblighi derivanti dal trattamento dei dati personali (ciò consente di uscire “vincitori” in casi di contenzioso con Pazienti).
Mentre il DPO, acronimo di Data Protection Officer cioè “Responsabile della protezione dei dati”, non dovrebbe essere necessario per la quasi totalità degli studi odontoiatrici, infatti quasi nessuno tratta big data cioè “grandi numeri” (al contrario delle aziende ospedaliere in cui è necessario questo tipo di figura professionale)

La materia che tratta la segretezza dei dati personali, nell’epoca della rivoluzione digitale in ambito burocratico, non è di poco conto e merita attenzione costante.

Linea Implantare Matrix e BioService continuano lo studio della Norma e le evoluzioni del caso per tenervi sempre aggiornati.

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